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Umberto Camponeschi si affida ad ETC per Lazarus


  • Lazarus è un'opera teatrale scritta da David Bowie e Enda Walsh per la regia di Walter Malosti con protagonisti Manuel Agnelli e Casadilego. Lo spettacolo è prodotto da ERT (Emilia Romagna Teatro) e le luci sono curate da Cesare Accetta mentre la console, una ETC Ion Xe 20, è gestita in tournée da Umberto Camponeschi che ha scelto anche motorizzati ETC, preferiti per la loro qualità e la loro potenza.

    Umberto è da sempre appassionato di luce e ha mosso i primi passi occupandosi di fotografia, per poi sentire la necessità irrefrenabile di “disegnare con la luce”.
    Dopo alcuni anni nel mondo del cinema e della televisione è approdato in teatro dove ha avuto la fortuna e il piacere di lavorare con alcuni fra i più grandi registi italiani e stranieri.

    “Ho iniziato, come tanti, seguendo piccole compagnie, girando i teatri di tutta Italia fra mille difficoltà e ad oggi lavoro prevalentemente per Teatri Nazionali ed enti lirici, ma quando posso continuo a collaborare con compagnie emergenti e talentose che mi permettono creare e sperimentare” confida Umberto.

    Come molti che hanno frequentato il mondo del teatro e si sono occupati di luce anche Umberto ha incontrato molto presto i prodotti ETC, soprattutto per quanto riguarda il mondo delle console.

    “Come tutti quelli che entrano a lavorare in teatro ha avuto modo di scoprire il mondo ETC sin da subito. Ho usato un po’ di tutti i tipi di console, ma negli ultimi anni ho deciso di specializzarmi sulla famiglia Eos perché dopo tanto girovagare ho trovato qualcosa che risponde perfettamente alle mie esigenze”, racconta Umberto.

    Anche per Lazarus, infatti, il setup nasce intorno ad una console della famiglia Eos di ETC, la configurazione ideale di Umberto prevede la soluzione con Ion Xe 20…

    “Il mio è un set up molto semplice, la mia preferita è la Ion Xe 20 con due monitor touch. I motivi sono molteplici, innanzi tutto amo la sua compattezza che mi consente di poter montare la regia in poco tempo anche in molti teatri dove spesso lo spazio per le regie viene relegato in piccoli palchetti. Durante all'allestimento adoro avere i due monitor uno a destra e uno a sinistra e tenere la visuale centrale libera. Per me, inoltre, rimane fondamentale disporre di molti fader per riuscire a seguire la fase delle prove con più facilità, ma soprattutto per accontentare le richieste dei molti registi e light designer che durante le prove amano ancora seguire alcuni passaggi affidandosi alla sensibilità del datore luci”, racconta Umberto...

    In Lazarus Umberto ha utilizzato una console Eos e diversi fari motorizzati, sempre ETC, la cui scelta si è rivelata strategica proprio per venire incontro alle esigenze di uno show che risulta essere un misto tra opera teatrale e opera rock!

    “L’idea iniziale di Cesare Accetta, che considero un punto di riferimento assoluto, è stata sin da subito quella di immaginare un impianto che potesse rispondere alle esigenze di uno spettacolo teatrale, ma con un occhio rivolto ad un'opera rock e, proprio per questo, sono stati scelto dei motorizzati ETC che si contraddistinguono per la grande potenza ed efficacia ma anche e soprattutto per la qualità della luce, sempre e comunque di primaria importanza quando si parla di teatro”.

    “Stiamo usando dei Lonestar, SolaPix 19 e 7, tutto materiale eccellente. A me è stato chiesto di lavorare molto sulle sfumature, isolare gli ambienti e i personaggi, nonché trovare le soluzioni cromatiche più adatte all'idea e all'immagine che aveva in mente sin da subito il regista”, continua Umberto.

    Lo spettacolo esce fuori dalla classica definizione di Musical poiché è prodotto da un teatro nazionale e tra le molteplici piazze che il tour ha toccato ci sono moltissimi teatri all'italiana storici, dove non sempre è facile montare un impianto così complesso come quello di Lazarus.
    Abbiamo chiesto quindi a Umberto quali fossero le maggiori difficoltà, come sono state affrontate e come grazie ad Eos il lavoro ha soddisfatto in pieno pubblico e produzione.

    “La difficoltà più grande incontrata in questa occasione è stata sicuramente coordinare una macchina composta da 40 persone fra artisti e maestranze. Le prove d'insieme sono state spesso l'unico momento nel quale video luci e suoni si sono potuti interfacciare con precisione. Questo ovviamente ha comportato uno sforzo da parte di tutti nello sfruttare al massimo quel tempo prezioso di confronto fra i reparti artistici.
    In questo caso avere una Eos mi ha aiutato moltissimo, ho dovuto seguire spesso la fase creativa durante le prove senza poterle interrompere e poter lavorare in “blind” mi ha davvero consentito di rispondere in maniera tempestiva alle richieste del Light Designer, soprattutto poter lavorare senza disturbare il regista e gli attori. Uno strumento fondamentale è stato, come al solito, il Magic Sheet che ho preparato nei giorni precedenti l'allestimento, conoscendo bene le possibili richieste che mi avrebbero potuto fare.
    Da parte mia posso dire che Eos è un sistema per me molto intuitivo, ha una comunità bellissima e vasta, in ogni teatro incontri colleghi con il quale è bello scambiare feedback e piccoli trucchi, anche perché il potenziale è enorme e riuscire a scoprire ogni sfumatura è una sfida molto stimolante”, conclude Umberto Camponeschi.

    Lo Show ha avuto un ottimo successo di pubblico e critica, grazie anche alle doti di frontman di Manuel Agnelli che ha reinterpretato alcuni brani storici di Bowie con efficacia e disinvoltura, senza per questo imitare il Duca Bianco.
    Le luci, protagoniste assolute della scena, vista anche la scenografia piuttosto minimal, si sono contraddistinte per precisione e per qualità delle tonalità, sempre calibrate, calde ed evocative.
    Un’ennesima occasione dove la proverbiale qualità luminosa ETC ha fatto la differenza…